La via d'uscita, all'inizio del tunnel dell'Intelligenza Artificiale
Da un lato abbiamo il disastro del cervello individuale e sociale della nostra civiltà dall’altra, forse, un nuovo Rinascimento. Ma che non ci verrà consegnato gratis.
L'intelligenza artificiale (IA) è passata da essere un semplice gioco a una forza potente che sta trasformando il nostro mondo. Tuttavia, l'adozione massiccia dell'IA, promossa dai colossi della tecnologia, mette a rischio la salute mentale dei giovani, già vulnerabili alle dipendenze tecnologiche.
Evitare l’aumento delle malattie mentali che produrrà l’IA (direttamente o indirettamente)
In un articolo scritto di recente per il Fatto Quotidiano ho evidenziato l'aumento delle malattie mentali nei giovani, legate alla dipendenza dalla tecnologia e all'uso mal regolato dell'IA. La scuola ha un ruolo fondamentale nel trasformare questi rischi in opportunità attraverso l'educazione, la formazione, la consapevolezza e l'alleanza con chiunque è disponibile a a impegnarsi in questa sfida.
Grazie per l’immagine a Jakub Koźniewski - (CC by 4.0)
Prevenire i rischi e aprire nuove strade: a partire dalla scuola
La scuola non è solo un luogo di apprendimento, ma un luogo di crescita che si affianca alla famiglia dove si sviluppa proprio quell’identità che viene messa a rischio dall’arrivo dell’IA. Da un lato abbiamo il disastro del cervello individuale e sociale della nostra civiltà dall’altra, forse, un nuovo Rinascimento. Ma che non ci verrà consegnato gratis. Ci sarà da lavorare sodo. A cominciare dalla scuola, appunto.
L'IA può, infatti, essere di grande aiuto nella didattica e nell'inclusione degli studenti con deficit cognitivi, rendendola una risorsa preziosa nelle aule.
Qualche volta non è necessario attraversare il tunnel: si può evitare aprendo nuovi percorsi
La risposta non può arrivare dai grandi della tecnologia che dominano anche buona parte dell'economia. La risposta può arrivare soltanto dalle comunità che agiscono in sintonia con i processi della vita. Comunità dove finalmente si superi la dicotomia tra tecnica e umanesimo e si ricominci da un'altra parte, un'altra direzione.
Perché, qualche volta, il tunnel non è necessario attraversarlo, è proprio meglio evitarlo.
Sembra questa l'essenza della proposta che arriva da movimento di OpenFuture: un’organizzazione che si dedica allo sviluppo di nuove tecnologie come punto di partenza per restituire alle persone i benefici di internet e della conoscenza condivisa a partire da ciò che si può costruire avendo a disposizione quel bene comune che è Wikipedia.
Aprire nuovi percorsi imparando dalla natura: la permacultura delle comunità per riprenderci la vita
Siamo di fronte a una scelta cruciale: da un lato, il declino della salute mentale individuale e collettiva causato dall'IA; dall'altro, la possibilità di un nuovo Rinascimento. La soluzione non verrà dai giganti della tecnologia, ma dalle comunità (dalle scuole anche) che lavorano insieme per creare un futuro migliore. È necessario coltivare un ecosistema digitale sostenibile e resiliente, o, come Anna Mazgal chiama, la "Permaculture of Open" (https://openfuture.eu/blog/how-wikipedia-can-shape-the-future-of-ai/). Solo così potremo evitare il tunnel delle dipendenze e delle malattie mentali e abbracciare un futuro meno cupo, creando le condizioni perchè no? per nuovo Rinascimento.
Ps
Grazie a Eleonora Pantò per avermi segnalato il progetto di OpenFuture. Eleonora è autrice di Lapilli, la newsletter più cool su tecnologia e umanità :-)