A che serve il caos?
Come un gomitolo di cui sembra impossibile trovare il bandolo, quando ci riusciamo tutto sembra più facile e persino divertente.
Sono figlio di magliaia. E da piccolo uno dei miei compiti era quello di sbrogliare i gomitoli anche quando diventava impossibile trovarne il bandolo.
Qualcosa mi dev'esser rimasto di quei giorni perché ogni volta che mi ritrovo immerso in una situazione caotica non mi accontento di sopravvivere all’urgenza del momento. M’interessa capire cosa c’è che va oltre la sua eruzione improvvisa.
Ogni volta il caos ci lascia una specie di eredità che aiuta a prepararci meglio per il futuro. Per la prossima turbolenza. Perché arriverà, lo sappiamo.
L’eredità del caos: lo schema
Sotto l’onda che ci travolge c’è sempre uno schema. Uno schema che scaturisce da una fonte originaria.
Anche in classe è quasi sempre così: ogni volta è quello studente, o quella particolare dinamica che accende la miccia e genera quell’effetto domino che porta all’esplosione.
Intendo dire che il caos che si produce è sempre uguale? No, per niente.
Il fatto è che lo schema del caos si assomiglia ogni volta, anche se cambiano i protagonisti. E non è così solo in classe, ma anche fuori.
Quando ce ne accorgiamo allora diventa interessante. Perché il caos si lascia leggere, esattamente come un gomitolo si lascia sbrogliare, sempre che abbiamo la pazienza di dedicarci a questo compito.
E allora possiamo scoprire, per esempio, che deriva, sempre, da una fonte di energia, che gli impedisce di pulsare liberamente:
nel teatro in cui si sviluppa Il caos deriva un cuore pulsante costretto da troppe imbragature che gli impediscono di pulsare liberamente.
È allora che questa energia si avviluppa su se stessa, si compatta e la subiamo perché diventa difficile da comprendere come, appunto, un gomitolo di lana antipatico.
A che serve tutto ciò?
Serve per imparare a leggere il caos. Per imparare a spostarci in tempo quando arriva e non lasciarci travolgere dalla sua forza violenta, per esempio. Fin quando, un tornado dopo l’altro, il tornado si trasforma in un gomitolo di lana “un po’ ingavignato” direbbe mia mamma che, però, è alla nostra portata per essere sbrogliato.
Per affrontarlo magari con meno ansia perché abbiamo visto che quello che stiamo affrontando proprio ora non è poi così diverso da quello cui siamo sopravvissuti ieri.
Quel caos è un gomitolo che non ha nulla contro di me
Posso anche vedere quel gomitolo non ha proprio nulla contro di me ma, anzi, si lascia sbrogliare volentieri. E a noi regala il piacere di giocare con lui.
Proprio come mia madre quando ancor oggi s’interroga sulle parole crociate e riesce a risolvere misteri per me indecifrabili. O come Eleonora di Milano che dopo aver partecipare a un nostro corso ci scrive:
Il giorno dopo il corso ho provato ad attuare una delle tecniche proposte con un alunno che aveva deciso volutamente di irritarmi. Nella sua sconvolgente semplicità questa tecnica ha funzionato e con una sorta di compiacimento sornione e consapevole ho goduto della sua resa.
Prof. Mauro
PS
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